Personalizzare un abito semplice e monocromatico? Si fa!
Ecco cosa ho colorato oggi

Qui sensibilizzo la mia immaginazione.
Personalizzare un abito semplice e monocromatico? Si fa!
Ecco cosa ho colorato oggi
In un luogo incantato in terra di Norma ( Norba), la famiglia Caetani ha realizzato una piccola oasi di bellezza attraversato dal fiume Ninfa.
Ancora bambina con la borsa vezzosa di una grande, la bambola tenuta con amore e una grande delicatezza nei movimenti.
Ho rubato questo scatto e sono contenta che il viso non si veda bene. Non mi piace fare ritratti rubati , non ho osato chiederle il permesso. Dovrò imparare ad entrare nelle vite degli altri, mi sono pentita di non averglielo chiesto. Avrei evitato la sfocatura, forse. Comunque l’istante che ho catturato è questo e lo condivido con voi.
Buona vita, bocciolo di rosa. Sei bellissima.
Una bimba di circa tre anni guardò seriamente la sua mamma negli occhi e disse “dimmi, io stavo nella pancia di Lalla vero?”
Io e sua mamma ci guardammo molto sorprese. Continuo ad emozionarmi ogni volta che ci penso.
Ora ha 30 anni è madre due volte . Auguri a tutte le mamme in questa festa della mamma 2022 .
Sintesi di una storia di tenerezza.
È una sera di primavera fredda e chiara. Trovo un angolo di bellezza. Lo guardo ma si sovrappongono numerosissime immagini che mi sono rimaste impresse dei numerosi video di attualità guardati stamani. Niente di bello. Faccio uno scatto , lo guardo e lo riguarderò fino a farne l’unica immagine utile per i miei sogni. Buonanotte.
Un terrazzamento abbandonato da tempo. Tornerò in estate a sedere sotto questo albero per ascoltare l’eco dei contadini che avevano cura di questo angolo di pace. Vedrò arrivare le donne col cesto sulla testa che portano cibo avvolto in teli di canapa. Sentirò i canti di voci abituate alla fatica . Tornerò .
Un vecchio astuccio di incenso . Lo accendo e mi emozioni. Caspita mi emozioni. Emozione classica….sorrisetto, batticuore, immobilità. Una estasi contenuta.
Il corpo ha una memoria formidabile. Mi sento più vicina a me stessa in questo momento, sono centrata e felice.
Piegati da un peso
che non sempre si vede
avanzano nel fango o nella sabbia del deserto,
chini, affamati,
uomini di poche parole dai pesanti caffettani,
adatti a tutte le stagioni,
donne vecchie dai volti sciupati
che portano qualcosa, un neonato, una lampada
– un ricordo – oppure l’ultimo tozzo di pane.
Può essere la Bosnia, oggi,
la Polonia nel settembre ’39, la Francia
otto mesi più tardi, la Turingia nel ’45,
la Somalia, l’Afghanistan o l’Egitto.
C’è sempre un carro, o almeno un carretto,
colmo di tesori (il piumino, la tazza d’argento
e il profumo di casa che presto svanisce),
un’auto senza benzina abbandonata nel fosso,
un cavallo (che sarà tradito), la neve, molta neve,
troppa neve, troppo sole, troppo pioggia,
e quel caratteristico curvarsi,
come verso un altro pianeta, migliore,
con generali meno ambiziosi,
meno cannoni, meno neve, meno vento,
meno Storia (purtroppo un simile pianeta
non esiste, resta solo il curvarsi).
Trascinando i piedi,
vanno lentamente, molto lentamente,
verso il paese da nessuna parte,
verso la città nessuno,
sul fiume mai.
Da Dalla vita degli oggetti.
Biblioteca Adelphi 590.
Passano almeno 10 anni prima di usare i materiali che ho in casa. Sono fatta così. Della tela pronta per essere dipinta mi è stata regalata credo 15 anni fa da una amica artista, una di quelle vere, di quelle con talento, Tonia Copertino. È rimasta arrotolata sotto i miei occhi in tutti questi anni. Da quando lei è morta più di un anno fa ho pensato costantemente ad utilizzarla. Un amico mi ha costruito il telaio e finalmente ho dato una definizione alla speranza di Tonia che io ne facessi buon uso. Ed ecco qui acrilico, smalto, tempera e persino spessori di schiuma tra il telaio e la tela.
Non l’ho ancora osservato per bene. Lo farò con calma. Ma eccolo qui. Cara Tonia scusa se ci ho messo tanto a dirti grazie. Di tutto. Grazie.
Il ritiro di San Francesco a Bellegra