a piedi nudi

 

I PIEDI NUDI (LES PIEDS NUS)

Le ciel est noir

vidé d’étoiles,

ainsi que les âmes des damnés de la terre;

la course éternelle

à la recherche de quelque chose

sous les yeux désolés de l’univers.

Autour de moi

l’épave du sein nourricier

le galion naufragé

parmi les flots gluants des mers

qui recrachent en sanglots les cadavres de l’innocence.

Et maintenant,

voguant sur nos rivières de ciment et d’asphalte,

parmi les jardins d’édifices

tel des arbustes aux bourgeons éclos de néons,

parmi les chants des Klaxons

et les murmures des fournaises,

parmi les nuages d’échappements

et les vergers nucléaires

les seules feuilles que je ramasse

sont des feuilles de papier

(à 60% recyclé).

Les feux qui torturent nos pauvres restes de forêts

semblent désormais tant de lucioles sans voie d’extinction;

Le trou s’ouvre béant.

Peut-être est-ce la terre même

qui gratte de ses ongles

le panneau du cercueil,

en quête d’évasion.

Je marche donc pieds nus

Sur tous les verres brisés

de nos cités perdues;

Les bras déployés en croix,

les cheveux au vent

mouvants comme les serpents de Méduse

Je marche donc pieds nus,

telle la mer bleue ouverte

qui se laisse pénétrer

par les chants tourmentés des sirènes d’ambulances;

Sans force mais rebelle.

Barbara Serdakowski(Italie)

Il cielo è nero,

privo di stelle

come le anime dei dannati della terra;

la corsa eterna

alla ricerca di qualcosa

sotto gli occhi desolati dell’universo.

Attorno a me

il relitto del seno materno,

Il galeone naufragato

tra i flutti vischiosi dei mari

che risputano a singhiozzi i cadaveri dell’innocenza.

E ora,

navigando sui nostri fiumi di cemento e d’asfalto,

tra i giardini di edifici

come arbusti dai boccioli di neon,

tra i canti dei claxon

e i mormorii delle fornaci,

tra le nubi di scappamento

e i frutteti nucleari,

Le sole foglie che raccolgo

sono fogli di carta

(al 60% riciclata).

I fuochi che torturano i poveri resti di foreste

sembrano ormai tante lucciole senza via di estinzione.

Il buco si apre, beante.

Forse è la terra stessa

che gratta con unghie spezzate

il coperchio della bara inchiodata,

in un tentativo di evasione.

Cammino quindi a piedi nudi

Su tutti i vetri rotti

delle nostre città perdute,

Le braccia spiegate in croce,

i capelli al vento,

come serpenti di Medusa.

Cammino quindi a piedi nudi

come il mare blu aperto

che si lascia penetrare

dai canti tormentati delle sirene di ambulanze.

Senza forze ma ribelle.

(Traduzione gentilmente fornita dall’autrice)

http://www.nati-scalzi.org/CULT/cult.htm

 

 

Un pensiero riguardo “a piedi nudi

  1. la visione poetica di Barbara è una curiosa miscela di comportamenti metropolitani e di profezie catastrofiche sul futuro che ci aspetterebbe.
    La tua foto tagliata come titolo mi piace ancor più !

    "Mi piace"

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