


Sintesi di una gita
Mi dice guarda quella collinetta con i due alberi. Ti piacerà fotografarla.
Che pace!
E guarda quel cane quanto è bello. Ora lo fotografo!

Sintesi di una gita
Mi dice guarda quella collinetta con i due alberi. Ti piacerà fotografarla.
Che pace!
E guarda quel cane quanto è bello. Ora lo fotografo!
Medito sull’amore oggi. È inevitabile. È sublime.
Il vento porta le onde ad infrangersi sulle sensazioni segrete di una vecchia ragazza . L’odore del Tirreno non è paragonabile all’Adriatico ma è un dettaglio. La meravigliosa sensazione del calore del sole del tramonto sulla pelle rinfrescata dall’ultimo bagno del giorno è la stessa ovunque. Tra la promessa di una doccia rigenerante e il desiderio di restare in spiaggia fino a notte fonda si resta in bilico piacevolmente.
Quante volte è successo? Quante volte vorrei che succedesse ancora?
Sguardo interiore .
In un luogo incantato in terra di Norma ( Norba), la famiglia Caetani ha realizzato una piccola oasi di bellezza attraversato dal fiume Ninfa.
Ho bisogno di riempire di verde i miei occhi.
Scelgo questa foto per saturare la mia vista e tornare con la memoria a quel momento esatto in cui il mio presente era dilatato intorno alla mia intera esistenza e mi abbracciava dolcemente . Senza passato e senza futuro eppure con tutte le conseguenze di entrambi compenetrate nel mio respiro. Quanto vorrei saper scrivere poesie per esprimere tutto questo!
Intanto sto qui e lì fino a quando non sentirò più i confini delle mie percezioni.
Nostalgia marina
Sentire la salsedine sulla pelle abbronzata.
Avere le lacrime salate quanto il mare.
Fare il morto a galla mentre piove.
E tenere la bocca aperta per sentire la dolcezza della pioggia.
Cercare le barche sul filo dell’orizzonte.
Osservare quanto tempo ci mettono ad attraversare il mio campo visivo.
Stupirsi della presenza delle libellule.
Restare immobile per ore per condividere con i granchi uno scoglio e l’alba.
Tenere tra le dita le alghe .
Lasciarsi accarezzare dal vento.
La bellezza va cercata oltre l’incuria e lo sfregio.
Il salice piangente è lo spettatore principale.
Ho trovato in un riflesso la fuga verso l’altrove.
Senza parole.
C’era una volta una me che ancora c’è. Mi viene voglia di chiamarla e, voltata, le direi “grazie”. Potrei tuffarmi e raggiungerla. Potrei urlarle “vieni a prendermi”. Potrei chiudere gli occhi e cercarla dentro e sussurrarle “sei bellissima”.
Intanto rivivo, con una memoria ritrovata, la piacevolezza del silenzio interrotto dalla leggera voce della canoa che scivola sull’acqua. Quelle acque sono scure e pericolose ma io mi sento al sicuro.
Siamo fatti di acqua ed energia (e organi accessori a dirla tutta).
Panta rei.
Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperdere si raccoglie, viene e va. Eraclito
Il divenire.
Vorrei avere qui nel bosco l’I Ching.
Ho l’app. Chiedo come propiziare il cambiamento.
Mi da 38 e 58. Leggo K’uei e Tui
La contrapposizione. Troppi malintesi e incomprensioni. C’è una persona fidata, andategli incontro.
Il lago ripetuto. La forza interiore è la vostra serenità. Occorre cercare di restare sempre gentili sopratutto nelle situazioni più difficili. Le cose belle e anche quelle brutte, si riescono a trasmettere meglio tramite la gentilezza.
E ora lascio scorrere.