

Quanti oggetti sfuggono alla mia attenzione?
Oggi uno di meno. Uno specchio posto in una collocazione insolita mi rimanda l’immagine della calma autunnale, uguale a se stessa mentre l’umanità impazzisce.
Quanti oggetti sfuggono alla mia attenzione?
Oggi uno di meno. Uno specchio posto in una collocazione insolita mi rimanda l’immagine della calma autunnale, uguale a se stessa mentre l’umanità impazzisce.
Ho Magritte impresso nella memoria, il suo sguardo ha influenzato la mia percezione di qualche giorno fa. Mi piace modificare le immagini, ora lo so per certo. Modifico dunque sono.
Amore no,
non posso restare
a guardare te
che disperdi la mia linfa vitale.
Non ho radici.
Lo sapevi?
Amore no,
non sarà facile abbandonare
l’illusione d’amore.
Io scelgo la verità.
Amore no,
no, no, no.
Eccomi.
Mi fotografo sempre nelle vetrate di antichi palazzi. Abbiate pazienza.
Sono al secondo piano della Rocca dei Borgia a Subiaco, davanti a me una porta che si apre su uno spazio ridotto che si affaccia sulla cappella del piano inferiore. Ascoltare la Messa e le preghiere quotidiane in totale riservatezza, che privilegio!
Mi guardo intorno ed è tutto così vuoto. Non resisto al gioco dei riflessi , il mio occhio segue le curve verdi alle mie spalle e poi la mia sagoma. Lo scatto era assolutamente necessario.
ça va sans dire.
Ecco qualche scatto fatto al volo.
Il bronzo, il marmo. La forza, la durezza. Equilibri innaturali, fatiche apparenti. Il freddo, la pesantezza. L’illusione di un slancio verso l’alto di successo. L’utopia della naturalezza.
C’è chi viene tra gli ulivi a confrontarsi con la materia e la forza di gravità.
Non è solo un gioco quello di mettere in equilibrio delle pietre.
È un esercizio mentale.
Non so chi sia, per ora. Sono maledettamente curiosa però.
Parole inutili
Vorrei proprio sapere se il nocciolo sta meglio adesso, dopo il mio intervento.
A guardare bene gli alberi intorno al ruscello mi sono accorta che un pesante ramo spezzato aveva piegato alcuni rami del nocciolo costringendoli a toccare il terreno. Mi sono armata di pazienza e un seghetto per hobbisti( un seghetto ridicolo) e sono andata in soccorso del nocciolo.
È mia abitudine andare in soccorso di cose e persone senza richiesta e non mi sono fatta domande : quel nocciolo andava liberato.
A distanza di due giorni torno e i rami sono un paio di metri più su, liberi di andare verso l’alto. Questo mi rende felice, ma l’albero?
L’ho costretto ad un adattamento. Ho interferito nella sua vita. Il mio egoismo e il mio senso di libertà hanno avuto un momento di gloria e lui, il nocciolo?
Non lo saprò, devo farmene una ragione.
Essere accolti da una scultura di Igor Mitoraj è un ottimo inizio.
E io l’ho osservata a lungo perché Mitoraj mi emoziona.
Mi guardo intorno ed è tutto piacevole ma da subito sono stata attratta dai cipressi secolari disposti in cerchio dietro le vasche.
Gli alberi sono opere d’arte viventi.
E ne ho trovato un altro, eccezionale.
E me ne sono innamorata.
Per info serie su Villa d’Este di Tivoli consultate Wikipedia, grazie.
Grazie ad Ilaria che mi ha invitata a visitare questo luogo dove ritornare insieme al bellissimo Tobi che vi presento subito
Quei due alberi stanno lì nel mezzo del fragore delle cascate a godere del sole. Affaticati viandanti li possono osservare dall’alto e poi dal basso senza poterli toccare. Hanno catturato la mia attenzione quasi più del fico che sta poco più su.
Avrei voluto nascondermi tra i suoi rami a godere del fresco che arriva dalla grotta di Nettuno lì sulla sinistra.
Ho incontrato figure scolpite dal tempo scoprendo di potermi innamorare molte volte in un’ora
Ho visto forme morbide addomesticate dall’acqua
e un imprevedibile pezzo d’arte degno di un museo d’arte contemporanea
Il giardino impossibile.
Ero al ParcoVilla Gregoriana di Tivoli ieri e questo è parte di ciò che visto. In rete troverete facilmente foto più descrittive e accurate delle mie e vi invito a cercarle.
È un percorso straordinario gestito dal FAI.
Torno presto, è una promessa.