


Sintesi di una gita
Mi dice guarda quella collinetta con i due alberi. Ti piacerà fotografarla.
Che pace!
E guarda quel cane quanto è bello. Ora lo fotografo!

Sintesi di una gita
Mi dice guarda quella collinetta con i due alberi. Ti piacerà fotografarla.
Che pace!
E guarda quel cane quanto è bello. Ora lo fotografo!
Medito sull’amore oggi. È inevitabile. È sublime.
Oggetto smarrito con personalità .
Strano vicolo. Chissà quali eventi sono accorsi qui.
Castel del Monte e Campo imperatore, Abruzzo.
In un luogo incantato in terra di Norma ( Norba), la famiglia Caetani ha realizzato una piccola oasi di bellezza attraversato dal fiume Ninfa.
Ancora bambina con la borsa vezzosa di una grande, la bambola tenuta con amore e una grande delicatezza nei movimenti.
Ho rubato questo scatto e sono contenta che il viso non si veda bene. Non mi piace fare ritratti rubati , non ho osato chiederle il permesso. Dovrò imparare ad entrare nelle vite degli altri, mi sono pentita di non averglielo chiesto. Avrei evitato la sfocatura, forse. Comunque l’istante che ho catturato è questo e lo condivido con voi.
Buona vita, bocciolo di rosa. Sei bellissima.
Un terrazzamento abbandonato da tempo. Tornerò in estate a sedere sotto questo albero per ascoltare l’eco dei contadini che avevano cura di questo angolo di pace. Vedrò arrivare le donne col cesto sulla testa che portano cibo avvolto in teli di canapa. Sentirò i canti di voci abituate alla fatica . Tornerò .
Passano almeno 10 anni prima di usare i materiali che ho in casa. Sono fatta così. Della tela pronta per essere dipinta mi è stata regalata credo 15 anni fa da una amica artista, una di quelle vere, di quelle con talento, Tonia Copertino. È rimasta arrotolata sotto i miei occhi in tutti questi anni. Da quando lei è morta più di un anno fa ho pensato costantemente ad utilizzarla. Un amico mi ha costruito il telaio e finalmente ho dato una definizione alla speranza di Tonia che io ne facessi buon uso. Ed ecco qui acrilico, smalto, tempera e persino spessori di schiuma tra il telaio e la tela.
Non l’ho ancora osservato per bene. Lo farò con calma. Ma eccolo qui. Cara Tonia scusa se ci ho messo tanto a dirti grazie. Di tutto. Grazie.
Dove la Natura s’impone, nelle rocce, nelle acque, nella forza del vento, dove la volontà che ordina non si è ancora imposta o forse neanche può aspirare a farlo, là è il Losfeld”. Chi è l’uomo moderno? Un essere che fa della ricchezza del sé e della consapevolezza la sua forza o viceversa un debole che vive di veti incrociati, censure e cesure, blocchi? La risposta è forse nel Losfeld. ‘Losfeld’ è un termine fiammingo che evoca l’immagine di una natura incontaminata, di un luogo di “assoluta selvatichezza”. Ma Losfeld, nell’accezione di Borla e Foppiani, non è solo un luogo selvaggio, perché anche in paesaggi urbani possiamo trovare isole nelle quali la smania pianificatrice dell’umano si fa meno pressante e non più efficace. E non è solo un luogo (o un non-luogo), perché può essere anche un tempo (o un non-tempo), uno stato dell’anima, una parentesi, una terra di nessuno che si fa sogno, sospensione dell’incredulità. Qui vive il Waldgänger, l’uomo liberato dai vincoli, e qui danza Dioniso, il dio senza freni…
https://www.mangialibri.com/losfeld-la-terra-del-dio-che-danza.