
Il sentiero della coscienza, in memoria delle vittime di tutti i totalitarismi.
Il sentiero della coscienza, in memoria delle vittime di tutti i totalitarismi.
I segni del tempo.
Le sedie vuote, la gatta paziente e la grande cantina.
Il silenzio, la primavera appena accennata e il vento del nord.
Uno scatto frettoloso e poi cammino cercando il ritmo giusto tra respiri irregolari. Ascolto, modulo, vado.
Quei due alberi stanno lì nel mezzo del fragore delle cascate a godere del sole. Affaticati viandanti li possono osservare dall’alto e poi dal basso senza poterli toccare. Hanno catturato la mia attenzione quasi più del fico che sta poco più su.
Avrei voluto nascondermi tra i suoi rami a godere del fresco che arriva dalla grotta di Nettuno lì sulla sinistra.
Ho incontrato figure scolpite dal tempo scoprendo di potermi innamorare molte volte in un’ora
Ho visto forme morbide addomesticate dall’acqua
e un imprevedibile pezzo d’arte degno di un museo d’arte contemporanea
Il giardino impossibile.
Ero al ParcoVilla Gregoriana di Tivoli ieri e questo è parte di ciò che visto. In rete troverete facilmente foto più descrittive e accurate delle mie e vi invito a cercarle.
È un percorso straordinario gestito dal FAI.
Torno presto, è una promessa.
Un passo dopo l’altro
Respiro con attenzione
Ogni tanto il mio respiro si blocca
Il passo si fa incerto
Non conosco queste strade
Dalle finestre si affacciano occhi incuriositi
Sono nuova qui
Sono nuovi i miei passi
L.