L. A . Ovvero Lalla ovvero me

L

È la lettera del librarsi e liberarsi, della lucidità davanti al dolore.

È il liquido allontanarsi del linguaggio verso la lingua dei folli che ci slega.

È la lettera letta lentamente dall’inizio alla fine.

A

È la lettera dello stupore, la vocale che fa schiudere le labbra.

Quella del respiro e del sollievo.

Così araldica. Una torre sbarrata, un triangolo dalla base vuota.

Di Antonella Anedda da Il catalogo della gioia. Ed. Donzelli Poesia


Sono Lalla e dunque mi libro e respiro il lucido sollievo dal dolore, slegata e stupita. Lentamente svuotata. Libera.

Casa di Arundhathi Subramaniam

di Arundhathi Subramaniam

Casa
Dammi una casa
che non sia mia,
dove possa entrare e uscire dalle stanze
senza lasciar traccia,
senza mai preoccuparmi dell’idraulico,
del colore delle tende,
della cacofonia dei libri vicino al letto.

Una casa leggera da indossare,
in cui le stanze non siano intasate
delle conversazioni di ieri,
dove l’ego non si gonfia
a riempire gli interstizi.

Una casa come questo corpo,
così aliena quando provo a farne parte,
così ospitale
quando decido che sono solo in visita.

 

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HOME
Give me a home
that isn’t mine,
where I can sleep in and out of the rooms
without a trace,
never worrying about the plumbing,
the colour of the curtains,
the cacophony of books by the bedside.

A home that I can wear lightly,
where the rooms aren’t clogged
with yesterday’s conversations,
where the self doesen’t bloat
to fill in the crevices.

A home, like this body,
so alien when I try to belong,
so hospitable
when I decide I’m just visiting.

da L’india dell’anima. Antologia di poesia femminile indiana contemporanea in lingua inglese.

A cura di Andrea Sirotti.

Casa editrice Le Lettere

 

tu sei poesia

Mi dice ” tu sei poesia”.

Mi legge prima di addormentarsi.

Poi mi lascia scivolare dolcemente sulle morbide coperte

con le pagine ancora aperte.

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He tells me “you are poetry.”

He  reads me  before falling asleep.

Then he lets me slide gently on the soft blankets

with the pages still open.

L.

 

il pleut

apollinaireilp

Il pleut des voix de femmes comme si elles étaient mortes même dans le souvenir
C’est vous aussi qu’il pleut, merveilleuses rencontres de ma vie. ô gouttelettes!
Et ces nuages cabrés se prennent à hennir tout un univers de villes auriculaires
Écoute s’il pleut tandis que le regret et le dédain pleurent une ancienne musique
Écoute tomber les liens qui te retiennent en haut et en bas.

Piovono voci di donne come fossero morte perfino nel ricordo . piovete anche voi  meravigliosi incontri della mia vita oh goccioline! E quelle nuvole allineate incominciano a nitrire un intero universo di città auricolari. Ascolta se piove mentre il rammarico e lo sdegno piangono una  musica antica . ascolta cadere i legami che ti tengono in alto e in basso.

Ringraziamento di Wislawa Szymborska

Ringraziamento 

Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore non perdonerebbe mai.

Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che si trovano in ogni atlante.

E’ merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

Non devo loro nulla
direbbe l’amore
su questa questione aperta.

Poesia di Wislawa Szymborska 
da Vista con granello di sabbia 

Thank you note

I owe so much
to those I don’t love.

The relief as I agree
that someone else needs them more.

The happiness that I’m not
the wolf to their sheep.

The peace I feel with them,
the freedom –
love can neither give
nor take that.

I don’t wait for them,
as in window-to-door-and-back.
Almost as patient
as a sundial,
I understand
what love can’t.
and forgive
as love never would.

From a rendezvous to a letter
is just a few days or weeks,
not an eternity.

Trips with them always go smoothly,
concerts are heard,
cathedrals visited,
scenery is seen.

And when seven hills and rivers
come between us,
the hills and rivers
can be found on any map.

They deserve the credit
if I live in three dimensions,
in nonlyrical and nonrhetorical space
with a genuine, shifting horizon.

They themselves don’t realize
how much they hold in their empty hands.

“I don’t owe them a thing,”
would be love’s answer
to this open question.

Translation  from Polish by Stanislaw Baranczak and Clare Cavanagh

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mezzodì

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Bella giornata ancora, esclamazione.

Vado, luce felice, parto, mi scopro.

O dio ormonale, non farmi male!

                                                                                                                                                                                     di Patrizia Cavalli

da Sempre Aperto Teatro.

ed.Einaudi

Costantino Kavafis : Torna

Torna

Torna sovente e prendimi,
torna e prendimi amata sensazione –
quando il ricordo del corpo si ridesta
e trascorre nel sangue il desiderio antico;
quando labbra e pelle rammentano,
e alle mani pare di nuovo di toccare.
Torna sovente e prendimi, la notte,
quando labbra e pelle rammentano..
.

Costantino Kavafis
Traduzione di Nicola Crocetti
Poesia d’amore del Novecento
a cura di Angela Urbano
Fondazione Poesia Onlus 2011