Ho acceso il telefono per ascoltare Pontiggia su radio Rai in le Conversazioni sullo scrivere. Voglio riempire i miei occhi di parole. Voglio dare forma ai suoni. Voglio. Scelgo. Resto diligentemente a casa, mi metto al sole con gli occhi chiusi e ascolto.
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Naso contro naso, hanno lo sguardo agganciato in un passo a due. Restano in silenzio ad avviluppare i sensi. Danzano, ne sono certa.
Sguardi_11 dov’è?
Ha gli occhi fissi sul piccolo schermo del cellulare. Con il pollice scorre velocemente chissà quali post. Lo sguardo assorto e per nulla comunicativo. Che tempo è il suo? Dov’è veramente?
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Siede alla panchina del belvedere, indossa scarpe nuove che non consumerà. Il suo sguardo va verso un orizzonte inesistente. È in stand by: aspetta che qualcuno o qualcosa la accenda. Anche oggi.
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Osserva il mio naso: troppo lungo
Osserva i miei capelli: troppo naturali
Osserva i miei abiti : troppo sportivi
Osserva i miei oli essenziali : sono troppi anche loro
Osserva la casa : troppo grande
Osserva gli oggetti : troppe cose, ma che ci devo fare?
In conclusione sono troppo strana.
Ebbene sì sono troppo strana per chi non mi riconosce come una persona speciale. E un po’ mi dispiace di non piacergli così come sono (colpa di quella ipersensibilità che mi caratterizza).
Vivo nel mondo delle fate, pare, che sia troppo anche questo?
Sguardi-8
Nisida è un’isola e nessuno lo sa.
Bennato canta sotto il mio sguardo che si satura di ricordi in un secondo. Resto presente. Oggi ho nuotato. Anche il nuotare mi ha saturato di ricordi. È una giornata proustiana.La sua voce è nelle notti insonni di adolescente profumate di salsedine e di alghe. È in una pizzeria affollata e lui è, a due coperti da me, taciturno.Ogni favola è un gioco ed è vera soltanto a metà. Ogni cosa ha un suo prezzo e nessuno sa quanto costa la mia libertà.Lui non canta la mia preferita ma non importa,io sono coi ricordi a Napoli e sono tutto ciò che ho voluto dimenticare. Io non so parlare d’amore, ma so che quando tu mi stringi le mani forte vorrei che il tempo si fermasse intorno a noi. Una settimana un giorno. Sensazioni che affollano la mente, sensazioni dolci, fatte di parole, baci, fatte di suoni. Bennato Edoardo, mi confondo e lo chiamo Eugenio. Un lapsus. Eugenio ah ecco…altri ricordi. Torno presente ed è tutta colpa di Peter Pan. È la colonna sonora di un vecchio film che vedi quando fuori piove e non hai genio di pazziare. Ecco il telecomando sintonizzo sull’oggi e Nisida resterà un’isola nonostante pochi sappiano della sua esistenza.
Sguardi-7
Hanno superato i 90 anni entrambi. Hanno corpi esili e curvi con occhi opachi sovraccarichi di ricordi. Seduti sulla panchina si tengono per mano. Lui le dice “canta per me” e lei intona vecchi canti locali. Sembrano aver trovato il centro della loro vita molto tempo fa, insieme.
Sguardi-6
Cammina nella notte con passo lento, ben cadenzato e sicuro.
Ha una collana di perle tra le dita della mano sinistra.
Forse prega, forse medita.
La sua calma è invidiabile.
sguardi-5
ha il naso incollato al finestrino della macchina che la sta portando lontano.
gioca con le nuvole.
vede un cuore, poi un coniglio. sorride
Sguardi-4
Dimostra circa trent’anni. Cammina velocente . Senza singhiozzare, permette che la pioggia e le lacrime le bagnino il volto e la lunga sciarpa turchese . Era di certo di buon umore prima di uscire di casa.